Capostipite di una specie, elegante e proporzionato nella compattezza delle sue linee classiche. È il runabout vivibile, un piccolo yacht capace di unire la praticità d'uso della barca aperta e le comodità di un cabinato. Non estremizza nessuno dei due concetti, ma miscela le qualità di entrambi.

Da barca mediterranea privilegia la vita all'aperto, ma lo fa sfruttando l'eleganza e le doti marine delle lobsterboat. Reinterpretate però in chiave attuale. Gli elementi più classici e riconoscibili come la tuga sorretta dalle potenze ricurve, la prua alta raccordata con murate controflesse a poppa, il cavallino accentuato e il baglio massimo spostato nel quarto anteriore della carena, lasciano spazio a innovazioni stilistiche come le ampie finestrature della sovrastruttura o le prese d'aria cromate ben evidenti.

La sapiente scelta progettuale di concentrare i pesi a mezzanave mantiene l'assetto confortevole in ogni andatura rendendo piacevole sfruttare gli otto metri quadrati del pozzetto anche in navigazione, dove le due sedute sono quasi delle sdraio. Ulteriori aree prendisole nella zona prodiera, sia sulla tuga sia in coperta. L'area riparata dalla sovrastruttura, senza soluzione di continuità con l'esterno, anche per quanto riguarda la luminosità, alloggia una cucina completa e un tavolino con due sedute.

Scendendo sottocoperta, trovano posto due cabine doppie, sistemate nella zona più larga della carena. Tutte le cuccette, sia le due sovrapposte della cabina ospiti, sia quelle a V della matrimoniale, raggiungono i due metri di lunghezza e i 70 centimetri di larghezza. Tutti gli arredi sono realizzati in massello di pink ceddar, mentre le impiallacciature sono in mogano Kaya, alternato agli intarsi in acero.

La sua azzeccata carena, a V profonda con pattini di sostentamento idrodinamico, riesce a rendere morbido il passaggio sull'onda garantendo anche una buona stabilità al rollio durante le soste. L'ottimizzazione delle linee d'acqua consente di navigare con poco più di 2,5 litri per miglio.